Crisi, povertà e possibili soluzioni. In questo ambito grande dibattito ha avuto la questione del reddito di cittadinanza. Proviamo a capire cosa è, come funziona in altri Paesi e soprattutto perchè qui non sarebbe un rimedio.
L’ISTAT lo considera inefficace: perchè?
Nel Rapporto annuale 2014 l’Istat non ha avuto dubbi. Meglio un sussidio che il reddito di cittadinanza per combattere crisi e povertà. Almeno in Italia.
Uno strumento quindi, capace di sostenere chi vive con un reddito mensile inferiore ad una cifra che si aggiri attorno agli 800 euro. Misure che già sono state adottate in Paesi quali Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Questo genere di aiuto avrebbe quindi un costo accettabile e pari ad un sesto rispetto al reddito individuale di cittadinanza: 15,5 miliardi contro i 90 stimati.
Salvo che in Italia e in Grecia infatti, misure di legge contro la povertà sono presenti in tutta Europa. Era del 1992 la richiesta del Consiglio europeo, a tutti gli stati membri. di introdurre “un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d’inserimento nella società dei cittadini più poveri”.
“I fondi sono del Comune, della Regione Puglia e dell’Ue. – spiega il Sindaco Antonio Decaro – Voglio puntualizzare che non è una forma di assistenzialismo. Non vogliamo creare nuovi Lsu, ma inserire i cittadini senza lavoro in cooperative innovative”.Ecco quindi che alcune città hanno iniziato ad organizzarsi fino a che una normativa o tutti gli Enti locali non provvederanno ad uniformare quella che è una proposta ma che diviene ad oggi uno strumento sempre più necessario per non far scendere il Paese al di sotto della soglia minima di povertà.