E’ arrivata dopo settimane di ‘scaramucce’ la nuova bordata di Beppe Grillo al Sindaco di Parma.
Ma non è tutto. Altri “sputi virtuali” sono arrivati, in maniera implicita, l’indomani delle elezioni europee. “A parte un’eccezione (Federico Pizzarotti ndr.), in tutte le città con un sindaco 5 Stelle la percentuale di voti per il M5S si è attestata ad almeno 4 punti)” scriveva lo staff sul blog.
Il gradimento dei sindaci M5S: http://t.co/Gdy9qlid7s
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 2 Giugno 2014
Più verosimilmente la logica, ormai palese, è quella orientata alla delegittimazione del ‘nemico interno’ per poter rendere meno dolorosa ‘l’evacuzione’.
Un attacco molto simile ai casi già visti di Federica Salsi, macchiatasi di una partecipazione a Ballarò, di Adele Gambaro, rea di aver criticato i toni del ‘megafono‘, di Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista finiti nel tritacarne della rete per le critiche ai metodi del loro capo piuttosto che per il loro operato.
Il caso Pizzarotti, con le dovute contestualizzazioni, ha seguito una logica analoga e prende il via con i dubbi espressi dal Sindaco sulle candidature degli sconosciuti alle europee. Ricordiamo che in quella occasione furono 5.091 i candidati su 35.188 votanti, e che tra questi molti non avevano mai partecipato alle attività dei meetup territoriali.
La risposta di Grillo non si è fatta attendere: Capitan Pizza “non è d’accordo con quelle stesse regole che l’hanno portato a essere sindaco di Parma”. Sarà un caso ma gli attacchi verso il primo cittadino di Parma si sono fatti sempre più pressanti da allora. Dettaglio questo che rende le critiche sull’inceneritore poco credibili e pretestuose.
Chi deve decidere sulla validità o meno dell’azione amministrativa di un Sindaco? Grillo e Casaleggio? La ‘rete’ (ossia gli iscritti al blog)? Gli iscritti della città di Parma (poche decine)?
Il calo di consensi nelle ultime consultazioni avrebbe dovuto far comprendere ai gestori del marchio che questo tipo di ‘minacce virtuali’ sono sempre meno profittevoli in termini elettorali. Ma forse è più comodo credere e far credere che sia colpa dei brogli e dei giornalisti pagati dalla kasta.