Dopo gli sconquassi creati a destra e a manca, fra centrali nucleari, gas di scarico, foreste abbattute e mille altre menate simili, adesso chiedono a me di salvare il mondo.
Mi obbligano ad acquistare vetture eco, quelle col motore che si smorza quando metto il piede sul freno e a prendere i mezzi pubblici che dicono non inquinano; mi chiedono di dosare l’acqua, che è un peccato sprecarla e mi invitano a mandare l’obolo per i poveri; mi dimostrano che la solidarietà è una gran cosa, ma chiedono a me di portarla avanti, loro realizzano lo spot e stanno a posto con la coscienza; mi costringono a differenziare la spazzatura, salvo scoprire che dopo i miei distinguo fra polpette avariate, erbacce strappate in giardino, plastica e vetro, loro compattano di nuovo il tutto, perché poi non sanno che farci con le mie lattine perfino se gliele porgo pulite e asciugate; quel cartello del non fumare lo leggo ovunque, ma le sigarette le vendono ancora e ci guadagna lo Stato; trovi la soluzione, si chiama sigaretta elettronica e lo Stato che comincia a rimetterci col tabacco vero trova il modo di tassarti anche l’aria virtuale; fuma pure, sì, ma all’aperto, e comunque ricorda che sei sempre a rischio multa; centro storico vietato alle auto, salvo quelle blu, e i mezzi comunali.
Potrei riempire pagine intere di divieti e richieste d’aiuto per abbassare il rischio d’implosione del pianeta. Ma smetto qui, tanto il resto lo sapete e ha il sapore della straordinaria follia di chi comanda predicando il bene ma razzolando sul male. Preferisco fare il qualunquista decidendo di non salvare il mondo. Non è compito mio, ci pensi chi comanda. Io sono un soldatino.