Dunque la nuotatrice più medagliata è stressata. Non allatta, non sforna dolci per i figli, non corre in ufficio né davanti scuola per raccoglier la prole. Però giura d’esser sotto stress. Se è psicologicamente sfinita si ritirasse, mi vien da pensare.
In tv osservo calciatori che sbraitano verso l’arbitro al dubbio d’un fuorigioco, poi applaudono a scena aperta il traversone del compagno che invece di finirgli sui piedi termina in tribuna. Gli ex che ieri schifavano i giornalisti oggi fanno la fila per prendere il tesserino e trasformarsi in opinionisti. Generalmente snocciolano numero vincenti d’una squadra e un attimo dopo quella squadra subisce un gol, l’ultimo a farlo è stato l’ex calciatore del Milan Stefano Nava, che esaltava il Cagliari e in un amen ha segnato il Bologna. Meglio passar sotto una scala che ascoltare.
L’allenatore che perde dice che è colpa della pioggia, delle zolle, del direttore di gara e che c’è la mafia nel calcio; quello che vince contro una squadra-materasso giura che gli avversari hanno messo la sua formazione in difficoltà. Se invece perdono contro un antagonista più forte è ancora colpa dell’arbitro.
Il pilota che vince spiega che il merito è del team, se sbaglia una traiettoria e finisce fuori pista urla che è colpa della macchina. Dicono che il rugby sia sport nobile e c i credo, ma quando vado a vedere le partite di serie C c’è gente che prende a pizze in faccia gli avversari, però poi il terzo tempo risolverà tutto. Ci manca solo che durante una partita a dama un tifoso tiri un torsolo di mela sulla scacchiera. Arriveremo anche a quello, prima o poi.