
L’inizio delle “straordinarie” avventure dell’avvocato-mezzo-disoccupato Vincenzo Malinconico. Non avevo capito niente è il primo libro di Diego De Silva che vede al centro della narrazione uno dei personaggi più riusciti del panorama editoriale contemporaneo. Il protagonista è il perfetto esempio di un filosofo della quotidianità, capace di perdersi in lunghe, quanto brillanti digressioni. E in ogni singola parola troneggia un’ironia irresistibile, tanto da tracimare in una “comicità intelligente”. La lettura risuta trascinante proprio per l’interesse che suscitanto le intuizioni del protagonista.
La storia. Malinconico è un avvocato che frequenta il Tribunale in maniera un po’ spaesata, non essendo propriamente un Principe del foro. Ma il vero problema non è il lavoro, bensì la vita sentimentale visto che la moglie Nives lo ha lasciato per un uomo “grigio”. Un’idea insopportabile per il vivace Malinconico, a tratti figura pregnante dell’adulto colto dalla sindrome di Peter Pan. De Silva tiene alta l’intensità della narrazione con uno stile eccezionale, che non registra mai flessioni nella brillantezza. Il romanzo è un condensato di qualità nella scrittura, che rende fenomenale una trama ‘normale’.