Ci sono le grandi storie, quelle in cui si inciampa un po’ per caso e delle quali ci si fa un’opinione solo perché si è letta l’opinione di un altro. Sono grandi per spessore morale, per impatto sulla Storia (quella matrigna) e per numero di coinvolti, o malcapitati. Ad esempio ci sono le storie qui raccontate nell’unico modo in cui si è capaci, di Sochi o delle migrazioni in mare, delle adozioni a distanza e di referendum elvetici e poi c’è la quotidianità che, banalmente, è fatta di eventi esemplari, di lettere minuscole di poca risonanza. Paddy Power, sito di scommesse on line con ArciLesbica e Arcigay e la Fondazione Candido Cannavò per lo Sport, lancia il “Diamo un calcio all’omofobia – Chi allaccia ci mette la faccia”
È ancora una volta la bandiera iridiata del gay pride che si fa simbolo e mezzo di propaganda pro diritti e proprio laddove, nel calcio, c’è uno dei più radicati pregiudizi contro il mondo LGBT, si decidono di indossare un paio di lacci color arcobaleno: non solo calciatori ma anche campioni del basket e pallavolo partecipano alla festa.
Hanno ricevuto un “kit” contenente i lacci, il manifesto della campagna e l’invito formale ad allacciarli per dimostrare il proprio sostegno nella lotta contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, come se stessero giocando a gira la moda o costruendo la nave pirata. Il paradosso simbolico è che i lacci sono soprattutto un oggetto che serve a chiudere a stringere in una morsa funesta e a non far arrivare aria, quella che permette invece di respirare e di ossigenare il cervello, aperto, anche questo. Dai piedi, altro simbolo della coscienza e del proprio futuro nelle culture orientali, alla testa, ai gesti paradigmatici che vogliono dire qualcosa di profondamente elementare: l’uguaglianza è un diritto.

Le stringhe arcobaleno sono arrivate ai club professionistici del mondo del calcio, del basket e della pallavolo perché vengano indossati specialmente nelle giornate del 22 e 23 febbraio: sono ormai finiti i tempi dei lustrini, e dei boa di pitone (mito intramontabile), adesso la vera provocazione sono i lacci delle scarpe da ginnastica.
Ovviamente anche i Social partecipano al corteo immaginario di lacci in fila per tre col resto di due: è l’hashtag #ALLACCIAMOLI a fare da Dee jay in pista.
“Affrontiamo il lancio di questa campagna con grande entusiasmo” – ha dichiarato Alessandro Allara, Direttore della Comunicazione di Paddy Power Italia – “È stato un percorso lungo e impegnativo. Essere al fianco della Fondazione Candido Cannavò è per noi è un punto di partenza imprescindibile in quanto incarnava il condiviso obiettivo di “coltivare, divulgare e promuovere i valori dello sport e, attraverso esso, della convivenza sociale” come cita il manifesto della Fondazione stessa”.
In questo spazio è proibita la violenza, ma questa volta un calcio lo diamo anche da qui e #ALLACCIAMOLI.